[Personal] Dead to the world (and then Alive)


In the dead of the night you seem closer to me
Nella morte della notte mi sembri più vicino
The next day I wake up and know how unreal it is
Il giorno dopo mi sveglio e capisco quanto sia irreale
Feeling so tense like I'm caught in a corner
Mi sento così tesa, come imprigionata in un angolo 
You can't speak but I hear you calling
Non puoi parlare ma ti sento chiamare
I come back for you
Torno indietro solo per te





Quando ho deciso di aprire questo blog, l'ho fatto per un motivo ben preciso, aldilà dell'interesse sincero che provo verso il mondo della bellezza e della femminilità: scrivere, specialmente di questi argomenti, è una spinta ulteriore verso un percorso di cambiamento davvero importante, una strada che percorro ogni giorno da ormai cinque mesi, con costanza, impegno e, per quanto posso, amore:
La via verso l'accettazione di Me stessa, aiutandomi ad essere migliore di come credo di essere.
Nella mia interezza, nell'enorme complesso di aggettivi che mi descrivono, di fatti che mi accrescono, di pregi e difetti che mi contraddistinguono.

Sebbene forse non si direbbe dai post (per fortuna!), sono un tipo decisamente cupo, incline a sbalzi d'umore moooolto frequenti, con una visione della vita abbastanza pessimistica.
Ho passato tanti tanti anni a nascondermi dietro le mie paure.
A usarle come scudo e come scusa per non fare ciò che invece andava fatto.
Non sono del tutto sicura di esserne fuori, ma, tra i miei pregi/difetti, esiste anche la cocciutaggine cronica: se prendo una decisione, è quella, e difficilmente ci ricasco.

Andiamo al sodo.

Da quando ho compiuto 12 anni, cioè dal primo ciclo mestruale e quindi da quando, per le donne, comincia la tragedia della presa di coscienza di essere una spanna sopra rispetto agli uomini (sorry guys) in termini di maturità, ho cominciato a fare i conti con me stessa, col mio corpo, relazionandolo con l'esterno, coi modelli che vedevo come "giusti": un po' combattendoli, un po' invidiandoli.
Si sa, negli anni dello sviluppo psicofisicamente cambia tutto, cominci a gettare le basi di quello che sarai.

Credo che sia da quell'anno che ho cominciato a "lottare" col mio pesoforma.

Ho sempre associato il cibo a qualcosa che mi potesse "riempire" nei momenti in cui mi sentivo completamente vuota. A parte un unico periodo in cui questa situazione si è totalmente ribaltata - e quindi mangiavo davvero poco (ah, il lontano 2009... evviva le pene d'amore!), l'ho sempre vista in questo modo.

Fino ad un paio d'anni fa, la situazione era, diciamo, sempre sotto controllo: erano quei 4/5 kg che si prendono in ogni caso, un po' per malcostume alimentare, un po' per pigrizia, un po' perché prendevo anche la pillola anticoncezionale (che mi ha fatta gonfiare come una mucca da latte), un po' perché sì.

Poi le cose mi sono sfuggite di mano.
Le ho viste scivolare via, le ho viste scavarmi e aggravarsi su di me, fino a schiacciarmi.

Ho mollato la presa.

Sì, non sono stati due anni particolarmente felici: essendo una persona particolarmente empatica tendo a farmi carico di molte cose, anche quelle che non mi toccano personalmente, per cercare di dimostrare una forza che in realtà non ho (e che nessuno, in fondo mi chiede di avere, ma questo l'ho capito solo dopo), per cercare di non gravare sugli altri. Per cercare di essere migliore dei miei sbalzi d'umore, dei miei difetti.

La verità è che non ce l'ho fatta. Forse non ce l'ho voluta fare.
Ed ho toccato il fondo.

Per qualche motivo, però, qualcosa è successo.
Ho provato rabbia. Incontrollabile.
Odio puro verso me stessa.
Disgusto.
Mi sono svegliata il 5 maggio 2014 ed ho capito che continuare a guardarmi allo specchio soffocando i conati di vomito, non era più necessario.
Continuare a lamentarmi senza fare assolutamente nulla per cambiare, non era la mossa giusta.
Occuparmi solo della superficie, senza ascoltare cosa c'era dentro di me, era una cazzata bella e buona, perdonatemi il francesismo.

Ho smesso di giustificare quello che credevo su me stessa (ormai sono così, non posso farci nulla, sono senza speranze, sono una buona a nulla, sono un fallimento erano, ed a volte sono, le mie frasi ricorrenti).
Ho smesso di assecondare tutte le mie paure di vivere.

Ho prima cominciato da sola, smettendola di sfogare sul cibo tutti i nervosismi e le ansie. Forzandomi ad una rieducazione in tutto, come avrei fatto se mi fossi dovuta occupare di un neonato.
Il mio ES che combatte col mio IO, per dirla con Freud.

Poi ho contattato un dietista che, su di me, sulle mie esigenze e il mio metabolismo, ha creato uno schema alimentare.

Passo dopo passo, dopo 5 mesi, oggi sono qui.
Con 15 kg di meno.
E non solo di massa adiposa :)

[No, non darò assolutamente lo schema che mi ha proposto il dottore. E non è cattiveria: è una cosa studiata sul mio corpo. Voi potreste avere altre esigenze rispetto alle mie :)]

Il mio discorso non vuole certamente esaurirsi a: un corpo magro è un corpo bello.
Andrebbe in totale disaccordo con quello che sono, e cioè una persona con delle forme, belle o brutte che siano, con cui devo convivere.

Il concetto è: un essere sano, è un essere umano.
Altrimenti, si è solo a metà tra il vivere e il sopravvivere.

Uno stile di vita dinamico, un regime alimentare corretto (che, per inciso, contiene anche gli stravizi quell'una, due volte alla settimana) contribuiscono al benessere della nostra forma più superficiale (che non vuol dire "stupida"; vuol dire "che sta in superficie"): il viso si ripulisce dai punti neri, dai brufoli in eccesso; i capelli acquistano luminosità e forza; la cellulite rimarrà (eh.), ma si attenuerà notevolmente.
Tutto si rinvigorirà.
Su di me, a livello fisico (aldilà del numero sulla bilancia), ho visto davvero miglioramenti.
Ho visto gli anni che ho: pochi, troppo pochi per permettermi di sciuparli, di buttarli in pasto a cose che mi condannano solo a star male.

Giovenale diceva: Mens sana in corpore sano (mia sorella sarà fiera di me).
E non c'è niente che ritengo sia più vero a questo mondo.

Se non prima impariamo a prenderci cura di quello che siamo, interiormente, capendo quali sono le motivazioni che ci spingono a comportarci in un certo modo (specialmente se è lo stesso che ci condanna a uno stile di vita sbagliato, che fa male anche al corpo), potremo fare tutte le diete, tutti i sacrifici, tutti i corsi motivazionali di questo mondo.
Non cambierà assolutamente nulla se non prima compiamo un piccolo sforzo: posiamo un orecchio su noi stessi e sentiamo, con onestà e sincerità, ciò che siamo. Anche quelle cose che fanno un male boia, che non vorremmo sentire né ora né mai, ma che sono proprio lì, pronte all'agguato.
Perché il corpo è scienza, è matematica. E' il primo ad avvisarti, quando c'è qualcosa che non va in te.
Sta a noi: combatterlo o assecondarlo.

Di me ancora non accetto moltissime cose.
Non mi piaccio, ancora, del tutto - non solo dal punto di vista fisico.
Ma ho imparato. Ho capito.
Non ho lasciato che le cose mi vivessero.
Ho deciso di vivere, io, Caterina.

Io ho scelto.
:)



Sono stata morta per il mondo, e ho scelto di esserlo
I've been dead to the world and I've chosen to be
Dentro cuscini con meraviglie e prodigi 

Inside under pillows with marvels and wonders
Sedando la mia voglia di esistere all'aria aperta
Sedating my will to exist in the open
Non mi muovo ma continuo a muovermi 
I don't move but I keep on moving
Sto solo con te
I'm only with you


6 commenti:

  1. Grazie per aver condiviso questo racconto speciale. Sono parole che mi toccano personalmente e che capisco, per diversi aspetti, ma che capisco. Quindi il 'grazie' non è per averci raccontato una storia con lieto fine, ma per averMI comunicato qualcosa di davvero importante.

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    1. GRAZIE a te, davvero, per essere arrivata fino alla fine di questo post.
      Sono felice che ti abbia lasciato qualcosa, anche la più piccola che esista :*

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  2. un bellissimo racconto,sincero.Queste sono cose che toccano tutte le donne,anche quelle che potrebbero non darlo a vedere,l'importante è trovare una risposta che sia giusta per te stesse. Ho percepito come questo blog sia il mostrare di godere il gusto della vita anche durante il percorso,mentre lentamente e con fatica vai verso l'obiettivo,e non vivendo in funzione di questo. un bacio!

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    1. bravissima. è esattamente quello che volevo che si percepisse.
      bacio fede, grazie per essere passata :*

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